Ci sono posti meravigliosi, in cui storia e mito si mescolano regalando ai turisti un’atmosfera a dir poco misteriosa. Da nord a sud, l’Italia è ricca di luoghi in cui vivere questo incanto: ecco alcune destinazioni, tra le più suggestive, per chi vuole fare un viaggio tra antiche leggende di mostri, peccati e molto altro.

Avete mai sentito parlare del leggendario Pozzo di San Patrizio? Quello irlandese è senza dubbio entrato nella storia, ma non molti sanno che ne abbiamo uno anche in Italia. Si trova in Umbria, più precisamente nell’incantevole Orvieto, ed è un formidabile esempio di architettura cinquecentesca.
Il cilindro, costituito da due scale elicoidali a senso unico, scende nelle viscere della terra per oltre 50 metri ma non è solo la sua profonda struttura a stupire i visitatori. Secondo le credenze popolari, infatti, questo sarebbe un luogo di espiazione dei peccati. Il pozzo progettato dall’architetto Antonio Sangallo il Giovane, dietro volontà di Clemente VII, è oggi il secondo luogo d’interesse di Orvieto. Pare che per garantirsi un riscatto e fortuna, basti gettare una monetina nel suo fondo.

San Galgano: l’arma incastonata nella pietra, ispirata a Re Artù
Tutto il mondo conosce la leggenda di Re Artù e dei suoi fedeli cavalieri della Tavola Rotonda, ma pochi sanno che una spada nella roccia c’è anche in Italia. Per trovarla, occorre andare in Toscana, sull’Eremo di Montesiepi, a pochi chilometri da Siena.

Qui si trova l’Abbazia di San Galgano: una struttura, immersa nel verde, costruita per iniziativa dei monaci cistercensi, seguaci del Santo. A pochi metri, si trova una piccola cappella di forma circolare, detta anche “rotonda”, dove al suo interno si trova la famosa arma incastonata. Secondo la leggenda, la spada apparteneva a Galgano Guidotti, un nobile di Chiusdino che si convertì al Cristianesimo dopo l’apparizione dell’Arcangelo Michele: la storia narra di come questo giovane rinunciò alla vita di divertimento e capricci che aveva condotto fino a quel momento per seguire la via della preghiera e della meditazione.

Per suggellare questo importante cambiamento, Galgano trafisse con la sua arma una roccia, formando una croce con l’elsa. Subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1181, venne costruita la “Rotonda”: una cappella dedicata a quest’uomo devoto e conosciuto in tutto il territorio che fu fatto santo.

Il drago che spaventava gli abitanti dell’isola di San Giulio
L’isola di San Giulio riposa tra le dolci acque del lago d’Orta, ma il suo passato sembra essere poco pacifico. Si narra infatti che ai tempi dell’imperatore Teodosio, nella seconda metà del IV secolo, Giulio e Giuliano, due fratelli religiosi provenienti dall’isola di Egina, giravano per l’Italia con la missione di divulgare il Cristianesimo e convertire le popolazioni pagane. Un cammino non facile che divenne ancora più aspro arrivati sulle rive del lago.

Qui i due vennero sconsigliati di proseguire perché le acque erano – a quanto dicevano gli abitanti del luogo – infestate dalla presenza di un malefico drago. Giulio non si fece intimidire e pregò il Signore che miracolosamente rese il suo mantello così solido e impermeabile da permettergli di arrivare salvo sull’isola. Il missionario sconfisse i rettili e il temibile drago con facilità, scacciandoli per sempre dall’isola. Gli abitanti si convertirono e in suo onore venne edificata l’Abbazia Mater Ecclesiae, dov’è ancora conservata perfettamente una vertebra del drago. Che sia davvero esistito? Recatevi sul posto per farvi un’idea!
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