L’insonnia non è un problema notturno

Sono ben 12 milioni gli italiani che hanno problemi a dormire. Un problema sanitario, quello dell’insonnia, che negli ultimi anni è stato acuito dalla pandemia e recentemente dalla guerra in Ucraina, ma che i media hanno spesso banalizzato nella gestione e sulle possibili conseguenze sulla salute e sulla società. Molto più di una semplice assenza di sonno notturno, l’insonnia è una patologia delle 24 ore. Le persone che trascorrono la notte con gli occhi aperti, infatti, durante il giorno subiscono gli effetti del mancato riposo notturno. Vediamo quali e come trattarli.

insonnia

Quando si parla di insonnia?

Non basta una notte insonne a definire una persona insonne.

L’insonnia nella sua forma cronica è definita come un’insoddisfazione continua di almeno 3 mesi (per almeno 3 notti a settimana) nella qualità o nella quantità di sonno senza la presenza di fattori noti che lo ostacolino. Secondo i dati dell’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno, nel nostro Paese circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria.

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L’insonnia può assumere diverse forme:

  • difficoltà ad addormentarsi;
  • problemi a mantenere il sonno;
  • risveglio precoce;
  • una combinazione di questi fattori.

Il risultato finale è in generale una cattiva qualità del sonno, che non diventa più ristoratore con conseguenze dirette sulla salute e sulle relazioni.

A cosa serve dormire bene

Al pari dell’alimentazione e del respiro, il sonno è un’attività indispensabile. Oltre al recupero dalle fatiche fisiche quotidiane, il riposo permette di riorganizzare le informazioni apprese, “resettando” quelle superflue. Il sonno serve a far funzionare al meglio il sistema immunitario, proteggendolo dalle malattie. Purtroppo, però, le attuali condizioni di vita sono una minaccia per la qualità del sonno. E, senza un sonno adeguato e di qualità, si possono presentare molti problemi che incidono sulla vita quotidiana.

Quali sono le conseguenze a breve termine dell’insonnia

Le persone che soffrono di insonnia durante il giorno subiscono gli effetti del mancato riposo notturno:

  • stanchezza;
  • sonnolenza diurna;
  • problemi di concentrazione e di memoria;
  • nervosismo e irritabilità;
  • meno prontezza nei riflessi alla guida.

Tutto ciò influisce negativamente sia sulla vita privata sia su quella lavorativa. «Uno stato di cronica privazione di sonno ha un impatto sulle attività produttive e sullo stato di salute, attuale e soprattutto futuro, delle persone – spiega Luigi De Gennaro, Professore Ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e di Psicofisiologia del sonno normale e patologico, Sapienza Università di Roma – è ormai evidente come l’insonnia si associ a rilevanti problemi medici (cardiovascolari, oncologici, neurologici, respiratori, metabolici). L’insonnia ha anche effetti sulla vita lavorativa di una persona ed è stato documentato che la privazione di sonno determina errori umani alla base degli eventi catastrofici».

Non è raro che le persone insonni soffrano spesso anche di problemi di ansia e depressione ma anche che, chi non ha una buona igiene del sonno, abbia problemi nel rilascio della patente di guida.

Sonnolenza diurna e patente di guida

Dal 28 gennaio 2016 è in vigore il Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2015 che recepisce le direttive della Commissione Europea 2014/85/UE in materia di sicurezza stradale e rilascio e rinnovo della patente di guida. In particolare il decreto introduce norme più stringenti per il rilascio o il rinnovo della patente a soggetti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave sonnolenza diurna.

Oltre alle conseguenze a breve termine, è stato dimostrato da diversi studi scientifici come esista una forte correlazione tra insonnia e aumento di malattie cardiovascolari, diabete mellito, infiammazione e obesità.

Insonnia, il 70% delle persone non si rivolge a un medico

Nonostante le conseguenze a breve e a lungo termine dell’insonnia, persiste la convinzione che il disturbo del sonno non debba essere preso troppo sul serio. Non si tratta di un problema italiano, ma mondiale. L’insonnia è spesso sottodiagnosticata e sottotrattata: si stima che circa il 70% delle persone affette da insonnia persistente non si rivolga mai a un medico.

La sottostima dei disturbi del sonno comporta la non corretta diagnosi, quindi una diagnosi sbagliata o un trattamento sbagliato.

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Come si arriva alla diagnosi di insonnia?

L’insonnia viene solitamente diagnosticata e trattata dal medico di famiglia, ma alcuni pazienti possono essere indirizzati a uno specialista del sonno o a una clinica del sonno per ulteriori indagini, quali la registrazione dei movimenti e la misurazione dell’attività cerebrale, del movimento degli occhi e dell’attività muscolare (polisonnografia).

I diversi test possono aiutare a comprendere meglio il tipo di insonnia ovvero se il problema è legato alle difficoltà di prendere sonno o a quelle di mantenerlo.

Le buone abitudini per combattere l’insonnia

È inoltre utile cambiare le proprie abitudini per cercare di risolvere l’insonnia: limitare il consumo di sostanze eccitanti, cercare di andare a dormire sempre alla stessa ora ed evitare l’uso di dispositivi elettronici un’ora prima di coricarsi sono buone abitudini per regolare il proprio ciclo sonno veglia.

Importante anche ridurre nicotina e alcol nell’arco della giornata (o comunque nelle 4 ore precedenti l’addormentamento). È bene anche non svolgere attività fisiche troppo impegnative dopo le 18, oltre a usare la camera da letto solo per dormire (non per vedere televisione e mangiare).

Una regola fondamentale è quella di dare una ciclicità all’organismo: andare a dormire sempre alla stessa ora aiuta al corpo, che è di natura abitudinario, ad avere un regolare ciclo sonno veglia. 

I benefici a favore del cuore

Non è mai troppo tardi per iniziare a mettere in pratica queste buone abitudini e riappropriarsi di un sonno migliore. Ne giova tutto il corpo, in particolare il cuore.

Dormire bene è importante per la salute del cuore, tanto quanto una dieta equilibrata e l’attività fisica: la conferma arriva dall’American Heart Association, organizzazione no profit, che si occupa di ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus.

L’associazione statunitense ha di recente aggiunto il riposo ad altre 7 attività necessarie per diminuire il rischio di problemi cardiaci: smettere di fumare, mangiare meglio, fare attività fisica, tenere sotto controllo il peso e il colesterolo e ridurre i livelli di zucchero nel sangue.

Il sonno è una funzione primaria del nostro organismo: se viene a mancare non c’è un organo che non ne risenta. Pertanto risolvere l’insonnia è fondamentale per il nostro benessere generale.

Ritrovare un riposo sano significa non solo dire addio alle difficoltà di addormentamento o ai risvegli continui. Significa tornare a respirare bene e avere difese immunitarie resistenti. Per farlo, molto importante è anche il numero di ore passate a letto.

Secondo le linee guida della National Sleep Foundation, per raggiungere una corretta quantità di riposo un adulto dovrebbe dormire tra le 7 e le 9 ore a notte. Se una notte capita di dormire meno, non si hanno gravi ricadute, ma quando la situazione si protrae diventando invalidante è importante rivolgersi a un centro di Medicina del sonno per evitare che il problema da acuto diventi cronico. Iniziamo quindi a prenderci cura della nostra igiene del sonno per una vita più sana, più a lungo.

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